PIÙ SPENDO MENO SPENDO?
COSTI INIZIALI E COSTI FUTURI
Ogni ristoratore che si definisca tale deve sempre avere contezza dei flussi di cassa e deve costantemente relazionarsi al proprio business plan iniziale. Questa evidenza, unita alla scarsa cultura del mondo della luce, impatta in maniera importante sull’attuale livello qualitativo dell’illuminazione nei ristoranti italiani (per noi molto basso). Facciamo un po’ di chiarezza.
L’impatto che il led ha avuto sulle scelte dei ristoratori è stato pazzesco, perché pochi sono disposti ad ammettere che il principale problema legato a una lampada resta sempre il calore
Il ventennio appena passato ci ha visto passare tutti all’utilizzo di fonti luminose a led, obbligati da normative imposte a livello globale al fine di perseguire il tanto decantato risparmio energetico, che è certamente un bene per il pianeta, per le nostre aspettative di vita e quelle delle generazioni future ma, al tempo stesso, è un male per le nostre tasche. Questo perché i produttori di apparecchi a led hanno fatto leva sulla questione della sostenibilità e delle logiche green per vendere lampade a costi notevoli e difficilmente “sostenibili” per illuminare, soprattutto quando si parla di grandi metrature. Pochi sono disposti ad ammettere che il principale problema legato a una lampada resta sempre il calore. Lo stesso vale anche per quelle a led che, soprattutto dai 5W di potenza in su, producono molto calore. Dunque non è vero che “non scalda”. Questo fa si che le famigerate 50 mila ore di durata di una lampada a led (circa 6 anni se accesa per 24h) rappresentino un dato molto poco veritiero. Se il corpo illuminante sul quale viene installato il led non è costruito con materiali di alta qualità, capaci di dissipare il calore prodotto, o non è fornito di veri e propri “mini-radiatori” nella parte retrostante, il led in breve tempo può:
- cambiare colore (verdognolo, arancione, azzurro);
- mettersi a lampeggiare;
- perdere di intensità;
- spegnersi definitivamente.
Con i conseguenti costi di manutenzione che derivano da una sostituzione. Pensate a un impianto da 50 faretti led acquistato a basso costo che dopo 2 anni e mezzo comincia ad avere malfunzionamenti (la garanzia del prodotto, ricordiamo, è sempre di 2 anni). Attenzione: non tutti insieme, ma un faretto alla volta. Pensate al costo dell’elettricista che deve smontarlo e magari intervenire 3-4 volte prima di capire quale sia il problema prima di montarne uno nuovo. Pensate al tempo speso per scrivere ripetute mail al produttore per lamentele, richieste, nuovi ordini, ecc. ecc. Tempo e denaro. Denaro e tempo. Sulla qualità della luce non ne parliamo nemmeno. Se non altro perché ne parleremo in altri articoli di questo blog. Nessuno inoltre parla mai della componentistica, ovvero i famosi alimentatori, i quali subiscono a loro volta dinamiche di usura causate dal calore durante l’utilizzo.
Tutto questo discorso ci riporta evidentemente al famoso detto: “più spendo meno spendo”, perché l’avvento dei led, a livello tecnologico, ha sicuramente portato fantastiche soluzioni e novità ma al tempo stesso ha creato prodotti carenti e con notevoli “debolezze”. Debolezze che anche i brand più importanti faticano a risolvere se non aumentando la qualità dei materiali, con lo scopo di azzerare o quasi le problematiche sul singolo pezzo, con un inevitabile aumento dei costi di listino.
Anche se un lighting designer esperto, che conosce almeno un centinaio di aziende e non è vincolato ad aspetti puramente commerciali, può sicuramente districarsi nella battaglia “qualità vs. budget”, con maggiore cognizione di causa, noi di Lighting&Restaurants riteniamo che un budget serio per l’illuminazione va necessariamente messo a progetto ancora prima di iniziare una ristrutturazione. E’ più conveniente avere un impianto illuminotecnico di qualità che dura nel tempo anche se costringe ad un esborso maggiore all’inizio o spendere di più alimentando i business di altri poco alla volta?
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